Dal diario di un quasi ex-cacciatore
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I compagni di caccia non si sostituiscono,sono gli stessi per l'intera vita di cacciatore.A volte si rinnovano,ci sono nuovi incontri,ma difficilmente durano e come sono arrivati così vanno via.
Essi sono i compagni con cui condividiamo i segreti più intimi della nostra passione come amanti clandestini;sono quelli con cui abbiamo condiviso la prima licenza e le tante,troppe,successive aperture e stagioni di caccia ma anche di vita.
Chi ha avuto la fortuna di cacciare con le stesse persone per tutta la vita ha goduto del più grande piacere che la caccia può offrire:il dono dell'amicizia.Se disgraziatamente qualcuno di essi viene a mancare lo ritroveremo in quella posta che tanto gli piaceva o lungo un sentiero pronto a lodarci "bravo ragazzo,bel tiro"oppure a consolarci "non te la prendere,era un tiro impossibile",ma sempre con il sorriso perchè a caccia si è felici e il cacciatore eternamente giovane.
17 Ottobre 2010: sulle montagne di Drago.
Quando osservi Drago non puoi fare a meno di dubitare che ha solamente 47 anni.Il suo viso è segnato dal freddo dell'inverno e il sole d'estate ha scavato rughe così profonde che sembra di osservare un antico mosaico.
I suoi occhi azzurri ricordano il ragazzo conosciuto a Campo Felice (AQ) mentre aiutava una delle tante pecore a partorire il suo agnello ed io e Aldo assistevamo come spettatori interessati.Già perchè Drago è un pastore macedone che da oltre trenta anni vive tra le campagne laziali di Ardea e quelle abruzzesi,in realtà si chiama Draghan ma da noi ribattezzato Drago per le molte finestre che la sua bocca evidenzia quando sorride.
La memoria è uno scrigno che custodisce ogni fotogramma della nostra vita...un puzzle costituito da immagini,sensazioni ed emozioni,ma anche da conquiste che valgono per l'eternità.Il sorriso di Draghan è un raggio di luce che irradia la nostra amicizia e la perpetua rendendola dura come pietra di granito che mai il tempo potrà scalfire.
Siamo quattro amici (il sottoscritto,mio padre Mimino,Aldo e Claudio) che hanno deciso di passare la notte nella casetta di pietra di Drago in attesa dell'alba per cacciare le coturnici,le nostre preferite da quando ragazzini attraversavamo le più belle montagne dell'Appennino abruzzese.
Il grasso della carne di pecora si scioglie sul fuoco producendo un lieve crepitio diffondendo odori che mitigano e aromatizzano i fumi provenienti dai sigari e dall'abbondante vino rosso.
Tra una NA SDRAVE (alla salute ) , una BANICA (focaccia con formaggio,uova e yogurt) e una quantità esagerata di carne consumiamo una VECERJA(cena) in perfetto stile macedone tra ricordi,storie ormai diventate mitologiche e con Aldo ,ormai completamente ubriaco, che sfoggia il massimo del suo ego quando esclama "ma Dio a qualcuno dovrà pur assomigliare".
Il nostro ospite ci racconta dei lupi che ogni notte insidiano le sue pecore ed esprime tutto il suo dispiacere per non poter aver un fucile e difenderle:"e pensare che al mio paese se uccidi un lupo sei un eroe e tutti ti regalano cibo per settimane".
E' l'alba e la giornata mantiene le promesse:il sole accende le cime delle montagne di Drago illuminando le nostre speranze.Una considerazione è fondamentale quando vai in montagna:non sfidarla mai.Anche se salire a quelle quote ti fa sentire onnipotente sei sempre un piccolo comprimario nella maestosità della natura "salire su,il più possibile ma con rispetto.Se l'approccio è corretto ogni sforzo sarà ricompensato e il carniere più bello prescinderà da eventuali selvatici ...mai emozione potrà superare quella di essere ancora lì con le stesse persone di trenta anni prima".
Quattro petali di colore grigio si staccano dal grande fiore che,nascendo improvvisamente dalla rocce,ha squarciato il silenzio della montagna come il tuono che precede il lampo....ho la netta sensazione che la signora bendata abbia voluto esprimerci la sua gratitudine per la fedeltà dimostrata,il destino è stato generoso e ci ha stretto la mano in segno di amicizia regalandoci quattro magnifiche coturnici.
Siamo una vera Compagnia dell'Amicizia ,alzo gli occhi al cielo per scorgere il sorriso bonario di Massimo che sicuramente ci ha protetto...una lacrima bagna il viso..neanche il tempo di asciugarla e l'immagine di un Falcone che libero volteggia nell'infinito, in attesa di ghermire una preda, mi accende un sorriso:" oggi è il giorno che ho sempre desiderato,domani aggiungeremo un posto a tavola".