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      Di Pubblicato il 12/03/2012 09:54     Numero di Visualizzazioni: 11626 

      Per il cacciatore alpino i trofei sono ricordi di una riuscita azione venatoria.

      Consideriamo trofei:

      • L'ornamento del capo degli ungulati: palchi, corna, lumache
      • La pelle dei predatori
      • la barba del camoscio, del cervo e del tasso
      • Lo specchio del gallo forcello
      • Gli incisivi della marmotta
      • I canini dei cervi

      Valgono come trofei anche le zanne della volpe, le penne nere ad uncino del mascio di germano, i preparati di gallo cedrone o forcello imbalsamati "in toto" o anche di altri piccoli selvatici e perfino l'osso del pene dei selvatici predatori.


      TROFEI CEFALITICI

      Questi trofei si staccano al meglio usando una sega e tenendo l'animale appeso a testa in giù. La pelle della testa viene tagliata per il lungo e tirata su ambedue i lati verso il basso mettendo in evidenza la scatola cranica, le orecchie vengono separate dall'osso, senza staccarle dal mantello. A questo punto si sega la calotta cranica con una sega da ossi o con un saracco. Il taglio va condotto dall'angolo occipitale (posteriore) attraverso le cavità orbitali sino all'osso nasale. Si toglie il cervello da ambedue le metà craniche. Se il selvatico deve essere venduto, si richiude il mantello sul cranio aperto per migliorarne l'aspetto.Il cranio viene scarnificato sommariamente e quindi lasciato per un giorno in acqua fredda dopodichè lo si fa bollire per circa un'ora (maggiore l'età del selvatico maggiore la durata della bollitura). L'acqua bollente non deve venire a contatto con i palchi o le corna. Il rivestimento ceroso delle corna di camoscio può essere protetto con fogli d'alluminio. Il cranio bollito viene riulito accuratamente, comprese le cavità nasali e la caccia interna del cranio e quindi nuovamente bollito per breve tempo al fine di un completo sgrassaggio. Nel caso di camosci e degli altri cavicorni le corna vengono staccate con precauzione girandole intorno alle cavicchie ossee. Quindi si ricopre l'osso di ovatta e la si imbeve di acqua ossigenata al 30 percento. Attenzione in questa fase in quanto l'acqua ossigenata è ovviamente corrosiva! Questa soluzione serve a togliere i resti di carne e a sbiancare completamente l'osso. Dopo l'essicazione le corna vengono oste nuovamente sulle cavicchie, dopo che queste ultime siano state avvolte in un poco di carta di giornale e trapanate dall'interno per farle seccare.

      Di Pubblicato il 12/03/2012 09:54     Numero di Visualizzazioni: 16691 

      LA BECCACCIA “ SCIENTIFICA ”

      Autore Enrico Cavina



      LA CACCIA

      La Letteratura offre importanti e qualificati studi prevalentemente svolti nelle aree di nidificazione e di svernamento: così tanti che hanno portato ad affermare che per condurre un’adeguata politica di controllo venatorio la beccaccia può essere considerata un uccello “sedentario” nell’areale Europeo (Fadat C. 1989-2007; Ferrand 1989; Wilson 1979; Gossman e al.1979 dal Forum sul Web di Amici Scolopax Rusticola). La validità (“evidence based” di questi studi che appunto sono stati condotti in aree fisse (riproduzione,svernamento) è indiscutibile per le opportunità di approfondimenti metodologici che ne sono scaturiti. Ma è altresì innegabile che esiste tuttora una carenza di analoga approfondita ricerca scientifica dedicata ai territori di transito migratorio. Non è quindi fuori luogo sottolineare che l’Università di Oxford (UK) ha istituito e finanziato uno studio a partire dall’Aprile 2008 dedicato a “Migration and winter ecology of Eurasian Woodcock” dove il primo obbiettivo è “gain a better understanding of woodcocks’ movements between breeding and wintering grounds within Europe “!! Dato che questa iniziativa Universitaria è, ovviamente per Sede (UK)–, dedicata alle linee migratoria che interessano, con modalità quasi esclusive, le Isole Britanniche, sarebbe auspicabile sollecitare analoga iniziativa per la Penisola Italiana .E’ a questo punto che sono necessari alcuni dati numerici di base relativi al census in Europa.

      Di Pubblicato il 12/03/2012 09:54     Numero di Visualizzazioni: 4912 

      Dati aggiornati a dicembre 2009
      ...
      Pubblicato il 12/03/2012 09:53  Numero di Visualizzazioni: 5117 
      Categorie:
      1. Raduni & Fiere

      Foto del Gamefair 2008


      Pubblicato il 10/03/2012 19:16  Numero di Visualizzazioni: 5726 

      Rituali ed usanze in Alto Adige


      Questi rituali non sono altro che gli stessi che ancora oggi vengono praticati in tutto l'arco di lingua tedesca. Parlo dei "Brueche".Bruch significa in tedesco "rottura"; il nome deriva dal fatto che si tratta di rami che vengono spezzati e che trovano vari utilizzi.Immediatamente dopo l'abbattimento e raggiunto il capo, si procede allo sventramento e al raffreddamento del capo. Cio avviene con un incisione dalla zona genitale fino allo sterno. In caso di temperatura elevata, in estate ad esempio o quando non è possibile rientrare subito, si pratica un incisione fino alla gola. Il primo rituale è quello previsto per la sistemazione dei vari organi. Il cosiddetto "kleine recht" ossia il piccolo diritto, composto da cuore, polmoni, fegato e reni, viene posto alla sinistra della spoglia. Tutti gli altri organi a destra. Fatto ciò, si cercano alcuni rami e qui è importante sapere quali. Sono ammessi rami di pino, abete rosso, quercia e faggio. Solitamente nell'arco alpino sIl primo ramo o bruch, si utilizza per la presa di possesso del capo. Il bruch viene tinto nel sange del foro d'uscita e viene deposto sul fianco sinistro del capo con la parte spezzata verso la testa. I utilizza per comodità il pino oppure l'abete rosso. Il secondo bruch, piu piccolo, viene sempre tinto nel sangue e viene applicato sulla parte destra del cappello dell'abbattitore. Qualora questi sia accompagnato da qualcuno (come ad esempio nella caccia al camoscio dove questo è obbligatorio) anche l'accompagnatore riceve dall'abbattitore un bruch. L'abbattitore prende il proprio cappello e ve lo pone sopra e con la mano sinistra porge cappello e bruch all'accompagnatore stringendosi la mano destra e augurandosi "Waidmannsheil". L'accompagnatore porrà il proprio bruch sulla parte sinistra del proprio cappello. L'ultimo bruch viene sempre tinto di sangue ed inserito in bocca al capo, rappresenta il cosiddetto "letzte bissen", ossia ultimo boccone del capo. Con questo rituale si tributa l'ultimo onore e saluto al capo abbattuto. Altri bruch vengono utilizzati ad esempio per segnare l'anschuss, ossia punto in cui si trovava il capo al momento di ricevere la pallottola nel caso si renda necessaria una ricerca.Al fine di ricordarsi il punto esatto e permettere una adeguata ricerca con il cane da sange, un ramo di abete rosso viene conficcato nel terreno.Questo ramo ha solitamente una lunghezza di ca. 50 cm. Un ulteriore ramo viene posto a lato di quest'ultimo con la punta rivolta nella direzione di fuga del selvatico.Dopo avere tributato l'ultimo onore al capo abbattuto, si procede allo scambio del "weidmannstropfen", ossia goccio. Solitamente una grappa robusta che prima viene offerta all'accompagnatore e poi viene bevuta dall'abbattitore. In questo caso è d'obbligo portare alla bocca il bicchierino con la mano sinistra.


      Halali (Inizio battuta)
      Jagd Vorbei (Fine battuta)




      Tratto dal Thread Rituali in Alto Adige

      Autore : Rex61




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