Lettera aperta al Presidente del Parco d'Abruzzo, Orso marsicano: chiamata da Pettorano
Caro Presidente Carrara, pochi giorni prima del Natale 2011, un orso marsicano entrò nel presepe che il Comune di Civitella Alfedena aveva allestito in paese. Allora scrivemmo che Gesù Bambino aveva «pensato bene di inviare un messo (...), un angelo Gabriele fattosi Orso, che nella notte è entrato nel grande presepe (...) si è recato presso un contadino-statuetta in scala naturale, e lì si è divorato i frutti che esemplificavano il suo raccolto: mais, carote, mele e verdure»; ovvero, quell’orso volle dire la sua a quello che allora era il Presidente del Parco, il Dott. Giuseppe Rossi, nativo proprio di Civitella Alfedena e già Sindaco dello stesso Paese.
Allora, appunto, scrivemmo che Gesù Bambino e il di lui Padre avevano evidentemente ritenuto di intervenire sul problema dell'Orso bruno marsicano, decidendo forse «che ci voleva un intervento autoritario, un messaggio forte e, perché no, divino, per smuovere i responsabili del Parco Nazionale d’Abruzzo affinché la smettano con gli studi, che durano praticamente da oltre quarant'anni, per capire cosa si debba fare per salvare l’ormai sempre più esigua popolazione dell’ Orso bruno marsicano, appellandosi al presidente del Parco Nazionale che, anziché dare retta agli scienziati romani che pensano solo a studiare l’orso, (desse) retta al senso pratico ed all'esperienza dei suoi paesani ed alle richieste che indirettamente gli orsi da anni gli stanno facendo; ovvero, pensi a far seminare campi di grano, campi di mais, campi di erba medica e lupinella, campi di carote, e pensi ad aiutare quei pochi pastori di pecore che ancora pascolano in alcune zone del Parco, con incentivi e rifondendoli con pecore “pubbliche”». Purtroppo, da allora le cose non sono cambiate, ed anzi, sono peggiorate; mentre si continua a parlare di studi, ricerche e censimenti.
L’altro giorno, Dott. Carrara, un orso è entrato anche in un pollaio del Suo paese, Pettorano sul Gizio; anche Lei oggi è Presidente del Parco, ed anche Lei è stato Sindaco di quel paese. Come non pensare che ancora una volta “qualcuno dall’alto” sia voluto intervenire per segnalare a chi di dovere le cose da fare per salvare l’Orso marsicano? Anche se non vogliamo crederci perché “miracoli e messaggi” Dio non li spreca certamente per l’Orso marsicano, ci piace crederlo, perché resta comunque il fatto emblematico e inoppugnabile che quell’orso aveva ed ha FAME; e quell’orso è ben lontano dalle montagne protette quali Parco Nazionale proprio per difendere la sua razza; Parco che oggi Lei presiede. Almeno questo messaggio lo colga, Dott. Carrara, e ne faccia motivo di riflessione. Il problema non sono i pollai abusivi, ma il perché l’orso li va a cercare!
Non aspetti anche Lei di terminare il Suo mandato prima di accorgersi che la cosa più ovvia e pratica da fare sia il dare da mangiare agli orsi nelle loro terre d’origine. Non rischi anche Lei, come già tanti, troppi, predecessori sia della Presidenza sia della Direzione del Parco, di passare alla storia tra quelli che avrebbero potuto salvare l’Orso marsicano, ma non lo hanno fatto per aver voluto dare retta agli intellettuali di città e ai desiderata dei turisti, per non dire di chi aveva interessi personali o principi da difendere!
Dia retta a quell’orso che sta bazzicando i pollai del Suo paese! A lui non interessa sapere quanti sono gli esemplari rimasti della sua razza, né di sapere che lungo la strada Gioia dei Marsi-Pescasseroli sono stati allestiti degli inutili cartelli per consigliare agli automobilisti di andare piano per non investire lui o suoi simili, né che in quei 50 Euro che i turisti pagano per visitare le delicate zone in cui loro (gli orsi) vivono è compresa una cena al Rifugio di Iorio, né che agli allevatori di Gioia dei Marsi, Lecce e Trasacco è stato inviato “un foglio di via” per allontanare le loro vacche dai pascoli del Parco (pascoli che resteranno così ancora più poveri di risorse alimentari per lui e i suoi simili) perché supposte portatrici di malattie, né gli interessa sapere che l’Unione Europea sta stanziando altri fondi per la soddisfazione di studiosi, ricercatori della sua bio-etologia; ciò, mentre loro (gli orsi) hanno solo FAME, vogliono solo QUIETE nei luoghi delicati della loro vita, non vogliono dover competere con CINGHIALI e CERVI nella ricerca del cibo naturale, né tanto meno che Lei, Presidente, si dia tanto da fare per ottenere dai Comuni l’area contigua del Parco (non nascondiamocelo, una forma mascherata di ampliamento del Parco!) per limitare quell’attività venatoria che mai ha interferito nella loro vita (salvo quando il fondatore del Parco, il Senatore Erminio Sipari, decise di cacciarlo nello stesso Parco quale atto di cortesia ad un Principe!); e non confonda anche Lei la caccia col bracconaggio, pratica, quest’ultima, che può essere fatta anche a caccia chiusa e nello stesso Parco!
Gli dia - e ci dia - retta: è la cosa più giusta e saggia da fare!
Come scrivemmo allora, se non vuole dare retta a noi (o a quanto le lasciò “in eredità” l’ex Presidente e poi Commissario Giuseppe Rossi), la dia almeno a quell'orso messaggero (nei pollai) del Suo paese! Da abruzzese, dia retta alla Sua gente di montagna ed al loro senso pratico. Usi il potere che oggi possiede per dare il via ad una nuova politica di gestione dell’Orso marsicano e lasci perdere i consigli di chi usa l’orso solo per colpire la caccia, i cacciatori e gli allevatori; o i sofismi di chi punta solo ai soldi dell’UE per giustificare la loro funzione. Per salvare l’Orso marsicano vale più un consiglio di “Lillino” Finamore che non le parole dei professori, “autorevoli” ma privi di ogni senso pratico; quel senso pratico che solo negli ultimi tempi e giorni ha spinto l’Orso ad entrare nelle strade e terrazzi di Scanno (l’Orsa “Gemma” ai primi di luglio - poi sparita nel nulla!), in una fattoria di S. Donato Val Comino (il 23 agosto), nel recinto dei cervi di Lecce nei Marsi (il 25 agosto), nei mielai di Trevi nel Lazio (il 26 agosto), nel centro storico di Pescostanzo alla ricerca di immondizia (il 27 agosto), nei campi ed uliveti di Settefrati (il 28 agosto, quando è stato anche investito un suo orsacchiotto!), nei pollai di Pettorano sul Gizio (il 30 agosto e forse anche prima) e nuovamente in quelli di Scanno (i primi di settembre). Metta su di una carta queste località, e vedrà quanto sia vero quel fenomeno “emigratorio-dispersivo” della popolazione che da decenni si cerca di negare e che ancora di recente si mistifica come evento positivo per ricreare altre popolazioni di orsi, anziché riconoscerne l’effetto negativo, peraltro incidente sulla mortalità per atti di bracconaggio o altri incidenti ed anche sulla bassa natalità per le ovvie difficoltà di favorire la formazione delle coppie.
Faccia qualcosa per riportare l’Orso nelle sue montagna: salverà la sua razza e salverà anche l’economia agro-pastorale dei paesi del Parco, e certamente anche quella da turismo, che magari è di Suo maggiore interesse. E la smetta con le inutili ricerche che bruciano solo soldi europei e danno soddisfazione solo a chi dell’orso ha fatto una professione! Col rischio che la professione resti poi anche dopo: per studiare le ragioni della sua estinzione, o per far riprodurre in cattività gli ultimi esemplari o, peggio, per studiare come magari operare per reintrodurre orsi dalla Slovenia o dalla Croazia! Cosa, quest’ultima, che manterrebbe vivo il problema degli indennizzi (che allora sì, saranno veramente un problema ed un onere!), per non dire di quello degli “orsi problematici” (che diverrebbe veramente tale, come ha insegnato l’orsa “Daniza” del Trentino), e così manterrebbe anche il lavoro per gli addetti alla loro risoluzione!!!
I problemi si risolvono quando vengono smascherate le verità e gli interessi nascosti. Veda lei chi ha di queste verità ed interessi da nascondere; fosse anche solo la paura di perdere la faccia per dover ammettere che aveva avuto torto, un torto che dura da quarant’anni!
L’Orso di Pettorano ha lanciato un messaggio a Lei; non lo ignori.
08 settembre 2014
Franco Zunino
Segretario Generale dell’AIW
già studioso e da sempre conservazionista dell’Orso marsicano